'IL CASO KERENES' (2013) di Calin Peter Netzer |
Ritratto sociopolitico
di una madre castratrice
di Maddalena Marinelli
Sulle
note di Nino D’Angelo e Gianna Nannini si consuma un sontuoso banchetto di
compleanno, dove viene scattata una panoramica sull’attuale classe benestante
romena tra vecchi e nuovi vizi. Soldi facili e ostentata ricchezza.
Nel
suo microcosmo privato e sociale Cornelia Kerenes è una dittatrice ossessionata
dal controllo.
Abituata ad ottenere tutto quello che desidera, si strugge perché
l’unica cosa che non riesce ad avere è l’amore del suo unico figlio.
Questo
amore materno così ossessivo ha reso Barbu un uomo profondamente insicuro, chiuso
in un mondo di nevrosi che ormai la sua compagna mal sopporta.
Quando
il ragazzo è coinvolto in un incidente stradale che provocherà la morte di un
bambino, l’unica preoccupazione di Cornelia sarà di salvare dalla prigione suo figlio
con ogni mezzo illecito, approfittando dell’accaduto per riprendere il
controllo sulla vita di Barbu.
“Io sono Cornelia
Kerenes, la madre” con questo titolo la donna s’investe di
un potere assoluto e di un ruolo che non ammette confronti con nessuno.
'Il caso Kerenes' (2013) di Calin Peter Netzer |
Armata
di quel cinismo alto borghese e convinta che attraverso il denaro si possa
risolvere qualsiasi problema, questa premurosa madre, con estrema naturalezza comincia a pianificare tutta una serie di corruzioni che restituiscono un tetro
quadro sociale dell’odierna Romania.
Scambi
di favori con la polizia, complesse trattative con un testimone, somme di
denaro per far ritirare la denuncia alla famiglia della vittima che dimostrerà
molta più integrità morale.
Cornelia si occuperà proprio di tutto e tra
convocazioni al commissariato e verbali da rettificare troverà il tempo di
interferire nella vita privata di Barbu, ormai molto più esasperato per
l’oppressione della madre che per i suoi guai con la giustizia.
Călin
Peter Netzer insieme a Cristian Mungiu, Bobby Paunescu, Corneliu Porumboiu, Cristi
Puiu fa parte di quella nuova onda di cineasti romeni (noul val românesc) che hanno raggiunto un’attenzione internazionale.
Una generazione di giovani
registi impegnati a raccontare le contraddizioni economiche, sociali e politiche
di una Romania post-dittatura con modesti budget, ristretti
tempi di realizzazione e senza star di fama internazionale ma con interpreti di
grande bravura e professionalità.
Netzer,
in questo suo terzo lungometraggio, riesce ad allineare contemporaneamente una
vicenda privata con uno spaccato sociale in un’atmosfera claustrofobica fatta
d’interni d’auto e di case borghesi.
Metaforicamente un mondo che sembra
allontanarsi sempre più dalla luce per calarsi nell’oscurità di menzogne e
occultamenti che dal nucleo famiglia si proiettano nella società.
'Il caso Kerenes' (2013) di Calin Peter Netzer |
La
sceneggiatura di Răzvan Rădulescu è ad immersione chirurgica con tesissimi
dialoghi come quello straordinario tra Cornelia e l’ambiguo testimone dal gergo
malavitoso o quello finale nella casa dei genitori della vittima che si
trasforma in un egocentrico supplichevole monologo, della signora Kerenes, sull’amore per suo figlio, naturalmente esibito dopo l’insuccesso di generose
offerte di denaro.
La
macchina a mano rimane affannosamente addosso agli attori, trascinando lo
spettatore all’interno della vicenda come fosse un altro membro di questa
famiglia ormai persa tra incomprensioni e recriminazioni.
“Proprio perché questa
storia mi è molto vicina, volevo affrontarla nel modo più obiettivo possibile,
convogliando sentimenti, idee, esplosioni emotive in un racconto
dall’autenticità quasi documentaristica” (Călin
Peter Netzer)
'Il caso Kerenes' (2013) di Calin Peter Netzer |
Un
crescente stato di tensione in cui si aspetta invano un apice tragico che non
arriverà mai.
Una modalità espressiva e narrativa molto vicina al cinema di
Cassavetes o ai vari seguaci DOGMA ma soprattutto affine ai fratelli Dardenne.
Vincitore
dell’Orso D’Oro e del Premio della Critica Internazionale al Festival
di Berlino 2013 Il caso Kerenes è un film fatto
di rigore nel minuzioso percorso che descrive tutte le fasi che si susseguono
dopo l’incidente e di emozione lasciata in mano alla bravura degli attori.
Predomina l’interpretazione di Luminita Gheorghiu con la sua Cornelia subdola, attenta
a non perdere mai la calma e il contegno del suo status sociale, in sfida con la
sboccata Jenna di Kristin Scott Thomas in Solo
Dio perdona, un’altra madre terribile e super- castratrice.
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