domenica 3 gennaio 2016

LA FINE DEL MONDO #4: "The Lobster", di Yorgos Lanthimos


'The Lobster' (2015) di Yorgos Lanthimos


Follie dell'inumano
di Maddalena Marinelli

Un mondo orripilante ridotto all’impossibilità di provare autentiche emozioni.
Egoismo, annichilimento, omologazione, intolleranza. Homo homini lupus.
Questo è il regno apocalittico di un futuro possibile in cui una società coercitiva non accetta i single imponendo come ideale la vita di coppia.
"La solitudine fa maturare l’originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l’assurdo e l’illecito."
(Thomas Mann, La morte a Venezia, 1912)
Chi non trova l’anima gemella, malauguratamente rimane vedovo o divorzia senza riaccoppiarsi è considerato un fuorilegge e viene trasformato in un animale a sua scelta.
Nemmeno fuggendo e unendosi al gruppo dei 'solitari' nei boschi si è liberi perché viene imposto di rimanere single altrimenti si va incontro a mutilazioni fisiche.
Inevitabilmente tutte le fughe del protagonista finiscono in un vicolo cieco.
La sopravvivenza poggia sulla menzogna. Aberrazioni che generano altre aberrazioni. Alla fine anche lo stesso innamoramento si basa su leggi distorte, su dinamiche estranee ai sentimenti. Può iniziare per futili affinità e può finire per la scoperta di altrettante  insignificanti diversità.
L’uomo ha perso ogni spontaneità, ogni impulso emotivo, ogni morale.
L'omicidio, la tortura, la sopraffazione sono pratiche consuete.
Lanthimos, ancora una volta, ci mette di fronte ad un crudele scenario di reclusione distillando e ricomponendo dal peggio dell’umanità.
Un cinema tragico e bestiale condannato a non essere amato ma ammirato attentamente come trattato socio-antropologico dei nostri tempi.
Quando l’amore viene cancellato cosa può accadere alla nostra vita? Estirpare l’anima ci renderebbe esseri migliori?


'Fahrenheit 451' (1966) di Francois Truffaut

Eliminare lo stimolo di provare passioni è come svuotare il nostro corpo, morire senza essere morti.Togliere l'essenza dell'umanità.
In Fahrenheit 451 per sottomettere e controllare la massa si vieta la lettura dei libri.
L’espressione artistica implica un coinvolgimento emotivo e critico ovvero nutrimento, crescita della propria personalità. Un nemico per ogni totalitarismo.


'Equilibrium' (2002) di Kurt Wimmer

“Sradicare la vera fonte della crudeltà dell'uomo nei confronti dell'uomo stesso ovvero la sua capacità di provare emozioni” a questa conclusione è arrivata la società umana in Equilibrium in cui, per non provare sentimenti, la popolazione è costretta ad assumere la droga Prozium. Naturalmente, anche in questo caso, è vietato leggere libri o ascoltare musica.
Per non parlare di un futuro in cui si attua la supremazia di esseri artificiali. 
Robot che dominano il nostro mondo usando gli umani come fonte di energia per sopravvivere.
La creatura che vuole emanciparsi dal creatore fino a prenderne il posto alzando la soglia di crudeltà all'inverosimile.


'Matrix' (1999) di Lana e Andy Wachowski

Così in Matrix l’uomo è spremuto come una batteria mentre il suo cervello viene ingannato da una neuro-simulazione interattiva sviluppata dalle macchine per poter tenere sotto controllo gli umani:  “..un mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”.
Anche gli alieni vogliono, ad ogni costo, privarci della nostra sfera emotiva.


'L'invasione degli ultracorpi' (1956) di Don Siegel
In L’invasione degli ultracorpi creature extraterrestri si replicano all'interno di enormi baccelli che crescono fino a creare copie di esseri umani privi di sentimenti con lo scopo di eliminare gli originali.


'Il villaggio dei dannati' (1960) di Wolf  Rilla

Progenie aliena penetrata in grembi di donne terrestri che daranno vita a bambini/soldati impassibili ad ogni emozione in Il villaggio dei dannati.


'The Host' (2013) di Andrew Niccol 

In The Host la Terra è stata colonizzata dalle “Anime”, una razza extraterrestre che ha sfrattato gli umani dai loro corpi tramutandoli in dimore per viandanti interplanetari. Le Anime hanno trasformato il pianeta in un mondo sicuro e pacifico ma eliminando la razza terrestre con tutte le sue imperfezioni.
Gli uomini diventano più pericolosi quando sono dominati dalle passioni oppure quando ne vengono privati?
Nel finale di Lobster la scelta di seguire il cuore, o quello che ne resta, relegherà David a vivere per sempre nel buio anche se ritrovarsi in un mondo senza libertà, in cui la violenza diventa un atto assolutamente normale, è già come essere caduti in un buco nero.
David non è un eroe, non lotta per amore, non è portatore di cambiamenti, è solo un pezzetto cinerio di uno squallido ingranaggio. Prova ad andare avanti, cerca di non essere eliminato da un gioco di società in cui non si può arrivare a vincere, salvarsi o essere felici. Nella visione di Lanthimos o si soccombe o si passa ad un livello successivo, ancora più infernale, di questo degrado umano.

“Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo.”
(John Fitzgerald Kennedy, Messaggio all'ONU, 1961)