domenica 19 febbraio 2023

‘GLI SPIRITI DELL’ISOLA’, di Martin McDonagh


'GLI SPIRITI DELL'ISOLA' di Martin McDonagh

Effetti di un’amicizia infranta  
di Maddalena Marinelli

“Coloro che eliminano dalla vita l'amicizia, eliminano il sole dal mondo.”   (Cicerone)


Sulla fittizia isoletta di Inisherin, al largo della costa occidentale dell’Irlanda, il sempliciotto di buon cuore Pádraic Súilleabháin, alla solita ora prevista, bussa alla porta del burbero suonatore di violino Colm Doherty, per recarsi insieme al solito pub, per la quotidiana bevuta e le consuete quattro chiacchiere.
Un lembo di terra tanto incantevole quanto impervio.
Soave nei suoi paesaggi color smeraldo e aspro nelle aride radure selvatiche battute dall’ impetuoso vento che spira dal mare.

'Gli spiriti dell'isola' di Martin McDonagh

La monotona vita su Inisherin è scandita da pochi e semplici 'rituali' che seguono e si adattano ai cicli naturali di un mondo rurale.
Gli abitanti vivono modestamente, si sono rassegnati alla noia,  all'isolamento e ai comportamenti primitivi.
Colm decide improvvisamente di interrompere la solita bevuta al pub con Pádraic anzi, vuole proprio eliminarlo dalla sua vita, perché non desidera più perdere il suo prezioso tempo con quell’uomo troppo banale e noioso.
“Hai parlato per due ore della cacca del tuo asinello. Sei noioso. Non mi piaci più, tutto qui””
Per uno come Pádraic sarà molto difficile capire o accettare questa decisione di Colm e incredibilmente questo non tollerare il punto di vista dell’altro e l’ostinazione ad imporre la propria decisione, condurrà alla rovina dei nostri protagonisti, verso una spirale di brutalità che avrà le sue conseguenze anche sul resto della piccola comunità.

Colin Farrell in 'Gli spiriti dell'isola'

Martin McDonagh mette in scena una perfetta parabola sull’incapacità di accettare il cambiamento.
Una riflessione sulla complessità delle relazioni umane.
La difficoltà di gestire la fine di un rapporto; di accettare un distacco; l'incapacità di elaborare una rabbia in cui germoglierà una violenza inverosimile.
Lo scontro tra ‘il conformista Pádraic’, che si accontenta di rassicuranti giornate sempre uguali, soddisfatto nel godere di un bel paesaggio o di occuparsi dei suoi animali, non ponendosi altri scopi nella vita e ‘lo scentrato Colm’, che vorrebbe dare un senso elevato alla sua esistenza attraverso la musica, componendo melodie per far ricordare il suo nome ai posteri.
Si fa naufragio verso qualcosa d’intimo  ma allo stesso tempo universale.
“È una storia in cui due persone combattono la loro piccola guerra personale, mentre altrove infuria un conflitto più ampio.” (Martin McDonagh)
Gli spiriti dell’ isola è una potente e acuta metafora sulla guerra.
Nel limbo di Inisherin nessuno se ne preoccupa molto ma in sottofondo, in lontananza, si sta svolgendo in Irlanda la prima guerra civile (28 giugno 1922 - 24 maggio 1923), scoppiata tra chi aveva sostenuto il trattato dello Stato Libero d’Irlanda, sotto il controllo della Gran Bretagna, e chi invece pensava che l’Irlanda potesse essere libera solo se si fosse completamente sottratta dal dominio britannico.

Brendan Gleeson in 'Gli spiriti dell'isola'

Parallelamente, attraverso la vicenda di Pádraic e Colm, assistiamo ad una 'genesi del dissidio' con un’analisi di tutte le sue fasi; dalla scelta non compresa e inaccettabile, per arrivare all’imposizione, alla rabbia, all’autolesionismo, per finire con la più cieca vendetta.
Inisherin, come la Dogville di Lars von Trier, non è quello che sembra; non è una 'confort zone'; nasconde  bene le sue perversità nei rapporti famigliari, nella superstizione, nell'omertà.
McDonagh scrive e dirige quest' opera filmica intima, poiché scava fino alle sue stesse origini, ma nel contempo universale spandendo il singolo problema all’ intera società.
La costruzione scenica e narrativa richiama il genere western con inquadrature dal basso e quelle attraverso le porte e le finestre tipiche di Ford e di Leone; tutto questo magnificamente racchiuso in una commedia grottesca che lentamente esaurisce l’umorismo per diventare sempre più cupa e tragica.
Una grande prova attoriale per Colin Farrel e Brendan Gleeson che ritornano a fare coppia, come nel precedente Bruges dello stesso regista.
Il mansueto e l’inquieto, due figure da tipici antagonisti di film western.
Pádraic abita in una modesta fattoria posta in collina, arroccata in un contesto angusto, refrattario a qualsiasi influenza esterna. 
Colm abita in un cottage situato in pianura, affacciato sul mare, aperto al bisogno di allargare i propri orizzonti.

Barry Keoghan in 'Gli spiriti dell'isola'

McDonagh inserisce un aspetto magico e ancestrale  legato al mythos, attraverso la focale figura spiritica della banshee (creatura leggendaria della mitologia irlandese, citata nel titolo originale) incarnata dalla signora McCormick, col suo funereo mantello nero, ogni volta è ambasciatrice di sventure e di morte; per questo condannata ad essere esclusa dalla comunità; isolata in lande sperdute come le streghe del Macbeth.
Una figura che non vuole fare del male, odiata ed esiliata solo perché colpevole di essere un tramite con entità di un misterico altrove.
C’è un destino pronto a compiersi innescato da scelte determinate.

 Colin Farrell e Kerry Condon in 'Gli spiriti dell'isola' 

In Gli spiriti dell’isola c’è molto di Pirandello, di Beckett ma soprattutto ricorrono i tipici stilemi della tragedia greca: la vendetta, la colpa connessa all’espiazione, la follia.
Pádraic rispecchia il tipico protagonista di tale genere, presentandosi privo di qualità eccezionali e la cui condizione di felicità cessa non a causa della propria malvagità, ma per un errore.
Da uomo pacifico e gentile discenderà nella corruzione del male, lasciandosi andare all’annientamento di se stesso, di Colm e di tutto il resto che lo circonda. 
O forse non andrà a finire così male.   

“L'amicizia è l'unico cemento capace di tenere assieme il mondo”.  
(Woodrow Wilson)