domenica 28 luglio 2013

"The Purge", di James DeMonaco

                                                       
                                                                  MAD NEWS 
THE PURGE dal 1° Agosto 2013 nelle sale italiane


Una sola notte all’inferno
di Maddalena Marinelli

Nel 2022 gli Stati Uniti hanno trovato la soluzione ideale per controllare  il tasso di criminalità e violenza istituendo la cosiddetta 'notte della purificazione'.
Il primo giorno di primavera, quasi come un arcaico rito sacrificale, per 12 ore si svolge ‘lo sfogo’ in cui tutto è lecito e nessun crimine può essere punito. La polizia non può intervenire e gli ospedali non possono dare soccorso.
Questo catartico massacro autorizzato dovrebbe placare quell’impulso all’efferatezza insito in ogni uomo e garantire serenità per tutto l’anno.  Utilizzare il male come cura non fa altro che amplificare perfidia, sadismo, senso di onnipotenza, oppressione nei confronti dei più deboli.
Il geniale rinnovamento è condotto dal regime politico NFA (nuovi padri fondatori dell'America) probabilmente i diretti discendenti di quelli che nel Seicento bruciavano le presunte streghe.
Il sistema sembra efficace e infatti iniziano a sparire poveri, vagabondi e disoccupati perché sono le vittime più facili da raggiungere visto che a proteggersi adeguatamente, durante la notte del giudizio, può essere solo la classe agiata.
Per vendetta o per sfogarsi l’omicidio diventa un diritto, un dovere patriottico.
Sadico gioco per passare la nottata come per il gruppo di ragazzi che vogliono sacrificare un senzatetto o punizione inflitta da vicini di casa semplicemente invidiosi del successo altrui.
Perché preoccuparsi troppo di una motivazione per commettere un crimine quando non si è perseguibili del reato? Ma esistono motivazioni valide per compiere un omicidio?
Commettere un omicidio, togliere una vita è sempre un punto di non ritorno. Durante la terribile notte del giudizio sarà una famiglia a dimostrare come può esistere la possibilità di una scelta diversa.
Probabilmente la prima domanda che lo spettatore si pone è: “Se anche tu avessi questa possibilità chi faresti fuori?”, liberando il proprio piccolo ‘sfogo’ immaginario.
Rispondere alla violenza con una violenza  legalizzata mascherata da azione eroica o spacciata come atto di civiltà per il conseguimento di un bene comune  è molto americano; basta pensare alla pena di morte o al secondo emendamento della costituzione americana.
Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto..” (secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America)


L’idea distopica di The Purge è accattivante anche se rimane appena accennata. Un’apocalisse sociale che fa molta più paura di qualsiasi calamità naturale, aliena o nucleare. Estremizza alcuni aspetti della società americana anche se i concetti tirati in ballo non vengono approfonditi ma usati semplicemente come pretesto per innescare azione e suspense interamente concentrati all’interno di una casa che diventa un campo di battaglia per la sopravvivenza.
Una home invasion discendente da Fanny Game e che proseguirà nel prossimo You're Next con killer mascherati da animali sterminatori di famiglie.
Il low-budget The Purge si pone concettualmente come contraltare di Minority Report in cui l’America per sconfiggere il crimine individua e punisce solo l’intenzione nel compierlo grazie al ‘sistema precrimine’ basato sulle precognizioni di tre individui dotati di percezioni extrasensoriali.
Prima dell’opzione sul libero sfogo  dell’istinto all’aggressività  di The Purge  ci aveva provato anche Equilibrium a trovare sistemi meno feroci ma altrettanto disumani per placare guerre e delitti agendo sulla fonte,  annullando la capacità di provare emozioni grazie alla droga Prozium.
Un disfacimento sociale e morale in nome del raggiungimento di uno stato d’ordine vantaggioso solo per pochi eletti che si riproporrà in Elysium in uscita a fine Agosto.
Dall’annullamento di ogni impulso alla liberazione della bestia che cova in noi ma sembra che nulla funzioni e l’uomo non possa sottrarsi al medesimo ciclo autodistruttivo che si perpetua ormai da secoli. Il tentativo di interromperlo provoca solo orrori e follie più grandi.

mercoledì 17 luglio 2013

La casa: utero dei nostri incubi



Chiusi in quella casa
di Maddalena Marinelli

“La casa è l'epidermide del corpo umano.” (Frederick Kiesler)

Un luogo sicuro può trasformarsi in entità ostile, proiezione di tutte le nostre paure, vera e propria minaccia fisica.
La dolce casetta di marzapane era il covo di una terribile strega.
Così quello spazio familiare che dovrebbe proteggere dai pericoli esterni, diventa l’incubatrice prediletta dal cinema per manifestare tutte le sfumature del perturbante nonché cassa di risonanza di un tetro mondo interiore.
Un piccolo microcosmo dove si materializzano allucinazioni o terrificanti presenze molto reali. Si nascondono segreti, passioni proibite, alienazioni, punizioni, prigionie.
Inutile soffermarsi sugli innumerevoli film horror di case in cui si consumano le atrocità più inconcepibili. Cantine, soffitte, porte, stanze segrete che nascondono psicopatici, mostruose famigliole, maledizioni o spettri vendicativi. 
Registi come Roman Polanski e Bernardo Bertolucci amano maniacalmente girare le loro storie in spazi chiusi. Godono di quel manipolo visivo claustrofobico e chiaroscurale che indaga l’anima di personaggi chiusi in interni che da reclusori fisici diventano oppressori psichici.
Ricerca introspettiva, rifiuto di una realtà esterna deludente, esplorazioni paranormali, follia in fase crescente, nuove consapevolezze raggiunte per uscire ‘fuori’.
Lo spettatore è portato all'interno di queste case per spiare la vita degli altri a stretto contatto fisico con i personaggi in un viaggio dentro la notte della psiche umana.   
Così entriamo a bassa quota nell’appartamento di Ultimo tango a Parigi in cui due sconosciuti amanti s’incontrano per sfuggire alle loro vite e perdersi in una dimensione separata da una realtà opprimente. Il tentativo di portare questo rapporto all’esterno sarà fatale.

"Ultimo tango a Parigi" (1972) di Bernardo Bertolucci

Sempre a Parigi si trova il labirintico appartamento di The Dreamers scenario di sogni, amori, sofferenze e crescite di tre ragazzi con la rivoluzione sessantottina alle porte fino ad arrivare al confronto di Lorenzo e Olivia nella cantina di Io e te, momentanea alcova atemporale in cui scollegarsi dalla vita esterna per riappacificarsi con il mondo.
Più visionario, occulto e sarcastico, predisposto ad un cinema che scivola volentieri nel sovrannaturale Polanski gioca con la paranoia, l’ossessione, il delirio della mente umana, l’incubo celato nella quotidianità.

"Repulsion" (1965) di Roman Polanski

Costruisce percorsi in luoghi chiusi che sfociano nella follia omicida o suicida come nel film Repulsion in cui la giovane Carol si ritrova a confrontarsi con traumi mai superati in un appartamento che la sua mente trasforma in un terrifico scenario fino ad un sanguinario sfogo. L’apocalisse della mente proseguirà con L’inquilino del terzo piano.
Anche in questo caso un crescente stato di paranoia si consumerà all’interno di un misterioso appartamento contornato da un bizzarro vicinato che sembra trasmettere maleficamente al suo nuovo inquilino tutti i tormenti e le fisime del precedente locatario.
I luoghi assorbono le energie delle persone che vi abitano per poi erogarle ai suoi futuri abitatori.
"La casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso" (Renos K. Papadopoulos)
Tornando in Italia come dimenticare il piccolo appartamento/trappola in cui si barricano Charlotte Rampling e Dirk Bogarde in Il Portiere di notte di Liliana Cavani. L’impossibilità di sopravvivere e riuscire a fingere una ordinaria vita borghese dopo aver vissuto l’orrore, il punto di non ritorno del nazismo nei campi di concentramento.

"Il portiere di notte" (1974) di Liliana Cavani

Il destino fa ritrovare vittima e carnefice che non possono fare a meno, in un meccanismo autodistruttivo, di ricreare il legame passato.
Per Lucia e Max andare 'fuori' significa indossare nuovamente i panni di un tempo e incamminarsi verso l’unica strada possibile.
Un altro straordinario film che rende protagonista una spettrale casa di campagna che alimenterà le nevrosi di un artista in cerca d’ispirazione è Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri. Il celebre pittore Leonardo Ferri è tormentato da inquietanti incubi in cui predomina la sua amante Flavia che incarna un tiranneggiante sistema dell’arte interessato solo al guadagno. I suoi conflitti interiori si amplificheranno quando si trasferirà in una desolata villa veneta in cui si convince che dimori il fantasma della ninfomane Wanda assassinata anni prima da uno dei suoi amanti. Rumori, apparizioni, strani incidenti domestici o suggestioni di un uomo sempre più stretto nella morsa della sua psicopatia.
A chiudersi in interni liberando tutti i deliri della mente non si è necessariamente soli o in coppia ma può capitare anche ad intere famiglie. In Home di Ursula Meier una famiglia vive da anni in mezzo al nulla in una casa a pochi metri da un tratto di autostrada che non è mai stato attivato.

"Home" (2008) di Ursula Meier

Quando improvvisamente  inizieranno a sfrecciare macchine e il traffico diventerà sempre più assordante esploderanno i conflitti e il piccolo nucleo entrerà in crisi, si barricherà in casa fino a costruirsi una vera e propria prigione in cui l’equilibrio mentale sarà messo a dura prova. Il pericolo non sarà più all’esterno ma nascosto all’interno dei personaggi.
Arrivando ai nostri giorni La migliore offerta di Giuseppe Tornatore è un film che racconta di molte reclusioni in interni e fragilità psichiche nascoste dietro oggetti preziosi e illusoria bellezza. La protagonista soffre di agorafobia e vive rintanata nella sua antica villa attirando fatalmente il battitore d’aste Virgil Oldman anch’esso chiuso nel suo mondo, quel bunker in cui contempla estasiato meravigliose donne immortalate dai più grandi artisti di tutti i tempi. Quando l'inespugnabile bunker e tutto quel mondo effimero cadrà il "fuori" per Virgil significherà trovare un nuovo simbolico rifugio in cui attendere.
Nel film Nella casa di Francois Ozon il sedicenne Claude s’insinua nella vita apparentemente perfetta e banale della famiglia Artole rendendola protagonista dei suoi componimenti scritti che tanto colpiscono il suo insegnante di letteratura. Claude si muove all’interno di casa Artole come un ospite inquietante. Spia, complotta, manipola, seduce per avere nuovi spunti creativi da aggiungere ai suoi racconti istigato dal professor Germain che pagherà cara la leggerezza di non riuscire  più a stabilire un confine etico tra realtà e finzione.

"Nella casa" (2012) di François Ozon
Quel frivolo piacere nello scovare il lato perverso nelle vite altrui celato in una confortevole  dimora. Nella casa muta ci sono mille occhi che ci sorvegliano.