martedì 10 luglio 2018

RE PER UNA NOTTE, di Martin Scorsese

MAD CULT

The King of Comedy


L’ossessione per la celebrità
di Maddalena Marinelli

“Ognuno di noi può ottenere quello che vuole purchè sia disposto a pagarne il prezzo” questo è il motto di Rupert Pupkin logorroico mitomane, esagitato ammiratore del celebre comico televisivo Jerry Langford.
Rupert chiuso nel suo scantinato sprofonda in un mondo tutto suo in cui confonde fantasia e realtà.
Si allena ad essere una celebrità; fa le prove del suo show tra applausi registrati e sagome cartonate di personaggi famosi.
Immagina di diventare amico e mentore di Langford oppure di sposare la cameriera Rita che ama fin dai tempi del liceo.
Sogni perentoriamente interrotti dalla voce sprezzante (fuoriscena) della madre che lo riporta ad una realtà in cui è solo un uomo deriso e compatito.
Rupert non vuole arrendersi e cerca una rivalsa da un passato di vessazioni subite in famiglia e nell’ambito sociale.
Il mondo lo ignora e gli sbatte le porte in faccia ma Rupert ha un piano.
Convinto che la sua chiave di volta sia Langford, lo stalkerizza fino a compiere quella folle azione che sarà il prezzo da pagare per avverare il suo sogno.

Robert De Niro nel film "Re per una notte"

Amara, comica e acutissima parabola in cui Scorsese ci risparmia violenza e mattanza nonostante la tangibile perturbante tragicità dei personaggi portata verso i limiti.
Langford, uomo ricco e famoso ma infelice, interpretato da un memorabile Jerry Lewis monolitico e funereo.
Masha, l’improbabile ma azzeccata complice di Rupert è l’altra faccia di un benessere economico borghese annoiato, vuoto, che disperatamente trova un senso alla propria esistenza unicamente nell’ossessivo amore maniacale per Langford.
Rupert è apparentemente l’insignificante buffone che insegue il suo sogno impossibile ma che andando oltre i limiti del legale riesce a mettere fuori scena Langford prendendone il posto.
Il film si apre con l’emblematica immagine del divo assalito, quasi fatto a brandelli dai suoi fans. 
Una scena d’isteria collettiva in cui la massa vuole ‘divorare’ il suo idolo. Un rito sacrificale incompiuto destinato a ripetersi ogni giorno sulla carne di Langford.
Riflessione sui risvolti più inquietanti della celebrità in cui, allo stesso tempo, si vuole essere al centro dell’attenzione e scappare da quell’occhio insaziabile dei media e dei fans.
Si viene amati per quello che si è o per quello che si rappresenta?
Il dualismo del divo: la facciata vincente che tutti invidiano e il retro desolante e torbido che Scorsese ritrae  in quella solitudine sconfinata che circorda e imprigiona Langford nella sua torre d’avorio.
Emblematico ed attuale se pensiamo alle tragiche sorti di acclamate celebrità come Robin Williams, Philip Seymour Hoffman, Heath Ledger.

Robert De Niro nel film "Re per una notte"

Re per una notte resta tra i film di Scorsese che ebbe meno successo, addirittura all’epoca ritirato, prima del dovuto, dalle sale cinematografiche per via degli scarsi incassi ma assolutamente da rivalutare per la magistrale regia di Scorsese e le interpretazioni di Robert De Niro, Sandra Bernhard e soprattutto un grande Jerry Lewis che mostra un' inquietante maschera antitesi del Picchiatello. Nel suo Jerry Langford affiora qualcosa di autenticamente intimo e autobiografico attuando un gioco di specchi, una sovrapposizione tra l’uomo e l’attore.
Il retroscena del comico, spesso carico di malinconia e inquietudine.
La ceca crudeltà della fama che arriva per chiunque, non conosce moralità e svanisce quando vuole.

“La vostra fama è come il fiore, che nasce e muore, e si secca allo stesso sole che gli ha dato vita dall'acerba terra.” (Dante Alighieri)