MAD CULT
The King of Comedy |
L’ossessione per la celebrità
di Maddalena Marinelli
“Ognuno di noi può
ottenere quello che vuole purchè sia disposto a pagarne il prezzo”
questo è il motto di Rupert Pupkin logorroico mitomane, esagitato ammiratore del celebre
comico televisivo Jerry Langford.
Rupert
chiuso nel suo scantinato sprofonda in un mondo tutto suo in cui confonde
fantasia e realtà.
Si
allena ad essere una celebrità; fa le prove del suo show tra applausi
registrati e sagome cartonate di personaggi famosi.
Immagina
di diventare amico e mentore di Langford oppure di sposare la cameriera Rita
che ama fin dai tempi del liceo.
Sogni
perentoriamente interrotti dalla voce sprezzante (fuoriscena) della madre che lo riporta ad
una realtà in cui è solo un uomo deriso e compatito.
Rupert
non vuole arrendersi e cerca una rivalsa da un passato di vessazioni subite in
famiglia e nell’ambito sociale.
Il
mondo lo ignora e gli sbatte le porte in faccia ma Rupert ha un piano.
Convinto
che la sua chiave di volta sia Langford, lo stalkerizza fino a compiere quella
folle azione che sarà il prezzo da pagare per avverare il suo sogno.
Robert De Niro nel film "Re per una notte" |
Amara,
comica e acutissima parabola in cui Scorsese ci risparmia violenza e mattanza
nonostante la tangibile perturbante tragicità dei personaggi portata verso i
limiti.
Langford,
uomo ricco e famoso ma infelice, interpretato da un memorabile Jerry Lewis
monolitico e funereo.
Masha,
l’improbabile ma azzeccata complice di Rupert è l’altra faccia di un benessere
economico borghese annoiato, vuoto, che disperatamente trova un senso alla
propria esistenza unicamente nell’ossessivo amore maniacale per Langford.
Rupert
è apparentemente l’insignificante buffone che insegue il suo sogno impossibile ma
che andando oltre i limiti del legale riesce a mettere fuori scena Langford
prendendone il posto.
Il
film si apre con l’emblematica immagine del divo assalito, quasi fatto a
brandelli dai suoi fans.
Una scena d’isteria collettiva in cui la massa vuole ‘divorare’ il suo idolo. Un rito sacrificale incompiuto destinato a ripetersi ogni giorno sulla carne di Langford.
Una scena d’isteria collettiva in cui la massa vuole ‘divorare’ il suo idolo. Un rito sacrificale incompiuto destinato a ripetersi ogni giorno sulla carne di Langford.
Riflessione
sui risvolti più inquietanti della celebrità in cui, allo stesso tempo, si
vuole essere al centro dell’attenzione e scappare da quell’occhio insaziabile dei media e dei fans.
Si
viene amati per quello che si è o per quello che si rappresenta?
Il
dualismo del divo: la facciata vincente che tutti invidiano e il retro
desolante e torbido che Scorsese ritrae
in quella solitudine sconfinata che circorda e imprigiona Langford nella
sua torre d’avorio.
Emblematico
ed attuale se pensiamo alle tragiche sorti di acclamate celebrità come Robin
Williams, Philip Seymour Hoffman, Heath Ledger.
Robert De Niro nel film "Re per una notte" |
Re per una notte
resta tra i film di Scorsese che ebbe meno successo, addirittura all’epoca
ritirato, prima del dovuto, dalle sale cinematografiche per via degli scarsi incassi ma
assolutamente da rivalutare per la magistrale regia di Scorsese e le interpretazioni di Robert De Niro, Sandra
Bernhard e soprattutto un grande Jerry Lewis che mostra un' inquietante maschera
antitesi del Picchiatello. Nel suo Jerry Langford affiora qualcosa di autenticamente intimo e
autobiografico attuando un gioco di specchi, una sovrapposizione tra l’uomo e l’attore.
Il
retroscena del comico, spesso carico di malinconia e inquietudine.
La
ceca crudeltà della fama che arriva per chiunque, non conosce moralità e svanisce quando vuole.
“La vostra fama è come
il fiore, che nasce e muore, e si secca allo stesso sole che gli ha dato vita
dall'acerba terra.” (Dante Alighieri)