BIRDMAN |
Vacuità del successo
di Maddalena Marinelli
La
scatola magica si apre mostrando i suoi ingranaggi nascosti e malconci.
Un’ansiogena macchina da presa si fa strada tra ballatoi, sipari, stretti cunicoli, vecchi camerini dismessi in cui echeggiano le discordie di un gruppo di attori aggrappati ad uno spettacolo che sta per debuttare a Broadway.
Un’ansiogena macchina da presa si fa strada tra ballatoi, sipari, stretti cunicoli, vecchi camerini dismessi in cui echeggiano le discordie di un gruppo di attori aggrappati ad uno spettacolo che sta per debuttare a Broadway.
Tutti
i nodi vengono al pettine e l’intricato 'retro-scena' diventa sempre più cupo e
alienante, specchio di ogni tumulto interiore.
Nell’epicentro
dell’imminente disastro c’è Riggan Thompson un attore in piena crisi
esistenziale. In passato era diventato famoso grazie al ruolo di un supereroe
da block-buster e adesso vuole dimostrare a pubblico e critica che dietro la
maschera di Birdman c’è dell’autentico talento.
Ha
investito tutto in un progetto teatrale. Siamo a pochi giorni dal debutto e qualsiasi
cosa va storta.
La
tensione è pronta ad esplodere. Dentro Riggan c’è un turbine in agguato.
Picchi
e discese. L'ago della bilancia oscilla tra trionfo e fallimento. Intorno è tutto
un susseguirsi di franate emotive: una disastrosa situazione economica, una
figlia rancorosa ex tossicodipendente, un collega attore che si aggira tipo
mina vagante, la più importante critica teatrale del New York Times che vuole
stroncargli lo spettacolo ma soprattutto una cavernosa voce dal profondo del suo
inconscio che sta per prendere il dominio.
E’
lui, è Birdman che non vuole essere eclissato; l’uomo uccello è pronto a
liberarsi. L’ego della celebrità, sottoforma dell’eroe alato, irrompe con
surreali scenari.
Riggan
vola sopra Manhattan lanciando palle di fuoco dalle dita ma lo spettacolo non può andare in pezzi perchè è
l’ultimo baluardo, la salvezza da quello stato di pochezza artistica a cui
sembra essere condannato. The Show Must
Go On....
Una
reazione a catena. Tutto precipita e tutto risale mentre lo spettatore è trascinato in un incessante
flusso emotivo veicolato in un continuo piano-sequenza con inavvertibili stacchi.
Michael Keaton e Edward Norton in "Birdman" |
Un
gioco di specchi e scatole cinesi.
Birdman
è il fantasma di Riggan, così come Batman lo è stato di Keaton?
Metateatro,
metacinema, satira di Hollywood, condanna allo star-sistem: “Non importa se si parla bene o male,
l’importante è che se ne parli”.
Essere celebri non vuol dire essere bravi attori. La celebrità oggi arriva tramite una foto o un video di una bizzarria che si diffonde in rete. Il successo è una condizione instabile, può svanire con la stessa velocità con cui arriva.
Essere celebri non vuol dire essere bravi attori. La celebrità oggi arriva tramite una foto o un video di una bizzarria che si diffonde in rete. Il successo è una condizione instabile, può svanire con la stessa velocità con cui arriva.
In
Birdman ritorna l’ancestrale tematica
della brama di affermazione, la tragedia dell’artista, l’insopportabile
minaccia del fallimento tanto sviscerata
da Cechov in Il gabbiano, nel cinema
di Bergman, La sera della prima di
Cassavetes o come dimenticare la commedia Nel
bel mezzo di un gelido inverno di Kenneth
Branagh che riprende la stessa sovrapposizione tra finzione scenica e realtà
con protagonista un attore in crisi artistica che cerca di ritrovare se stesso portando in scena l’Amleto.
L'artista narciso che annega tra verità e simulazione non riconoscendosi nell'immagine artefatta che ha offerto al pubblico.
L'artista narciso che annega tra verità e simulazione non riconoscendosi nell'immagine artefatta che ha offerto al pubblico.
Birdman è un inno, un volo estremo spinto a ritrovare una verità, un senso, una passione autentica. In
questo vorticoso valzer emotivo arriva anche una bella legnata rivolta verso tutta quella
critica vacua fatta di cliché e pregiudizi ma in particolar modo, sempre
ritornano, le fragilità dell’attore che riportano alle recenti drammatiche
scomparse di Philip Seymour Hoffman e Robin Williams.
Come
in tutti i film di Inàrritu c’è un’ inevitabile concatenazione tra bene e male.
Distruzioni
e rinascite. Il sorprendente flusso della vita che va ben oltre ogni nostra
previsione. Una caduta può tramutarsi in un' ascesa.