RED KROKODIL |
Disgregazioni
di Maddalena Marinelli
“Ogni bucomane vede
solo se stesso.”
(Christiane
Vera Felscherinow - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, 1979)
Il
ritratto di un giovane uomo oppresso dal Krokodil. Una miscela
chimica che scarnifica, ti spolpa fino all’osso. La droga più letale in
circolazione.
Ascoltiamo
la sua voce fuoricampo che prova a spiegarci la caduta nell’abisso.
Un
consolante richiamo che cerca di ridestarlo dal malefico oblio causato da quel
veleno che lo sta avvicinando inevitabilmente
alla morte.
La
sua mente vaga tra ricordi, allucinazioni e tremendi incubi.
L’immagine
esoterica di un occhio lo perseguita. Compare da una fessura nel muro, lo vede
aprirsi sulla sua mano. Tra macerie e sudiciume c’è un' icona di San Nicola, il santo il cui corpo, per
tradizione religiosa, non si decompone.
Mani
senza volto che offrono un palloncino bianco. Minaccioso arriva un essere bendato
e deforme.
Rappresentazioni
del suo inconscio fortemente turbato, non può far altro che generare mostri.
Elaborazioni fantastiche con legami alla sua esistenza. Paure che si materializzano.
La prova più penosa sarà il confronto col suo doppio sano.
L’uomo
vive il suo sdoppiamento, ritrova il suo corpo bello e illeso ma poi riprende
contatto con la triste realtà, con una materia squarciata e piagata che non
risponde più al suo volere. Esausto,vorrebbe essere qualunque cosa tranne se
stesso.
Liberarsi
dalla pesantezza di quel cumulo di carne disfatta e dolente.
La
sua vita è solo un calvario che lo consuma.
Nel
suo delirante viaggio metafisico arriva ad assumere le sembianze di Cristo
eseguendo un’autocrocifissione come mezzo di catarsi e resurrezione.
Quando
finalmente trova quella forza per reagire e scegliere di combattere, il mondo esterno
gli riserverà una pessima sorpresa. Da
‘fuori’ arriverà un’altra disgregazione.
Il
Krokodil fa schifo e non può assolutamente continuare a diffondersi.
Crea
una dipendenza molto più forte dell’eroina e porta alla morte entro due anni
corrodendo orribilmente pelle e muscoli fino all’amputazione.
Red Krokodil
è uno dei primi film a parlare di questa droga devastante.
Non
viene utilizzato un linguaggio documentaristico e narrativo come in Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di
Berlino o uno stile prorompente, cinico e violento come in Trainspotting.
Brock Madson in "Red Krokodil" |
Domiziano
Cristopharo realizza un’opera filmica a basso budget fondata su una visione
intima e psicologica concentrata in un unico personaggio.
Per
tutto il tempo la macchina da presa si addossa sul corpo martoriato di Brok
Madson un attore non professionista con un passato da ex tossicodipendente.
Tutto
questo ha portato all’interno del film elementi e tensioni autentiche.
Dettagli
e situazioni che solo chi ha vissuto quell’abisso può sapere.
L’atmosfera
perturbante è la proiezione di una psiche sconvolta dall’assunzione di droghe e
questo permette al regista di creare tutto un impianto surreale e simbolico che
si incastra con riferimenti realistici. Un ‘Paese delle Horrorviglie’ da cui emerge il Bianconiglio. Un muto araldo che annuncia e
presiede le epifanie che seguiranno. Indica la possibilità di un risveglio
spirituale ma quant'è profonda la sua tana?
vedi il trailer di RED KROKODIL
LEGGI LA MIA RECENSIONE DI 'RED KROKODIL' SU SCHERMAGLIE
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