mercoledì 17 luglio 2013

La casa: utero dei nostri incubi



Chiusi in quella casa
di Maddalena Marinelli

“La casa è l'epidermide del corpo umano.” (Frederick Kiesler)

Un luogo sicuro può trasformarsi in entità ostile, proiezione di tutte le nostre paure, vera e propria minaccia fisica.
La dolce casetta di marzapane era il covo di una terribile strega.
Così quello spazio familiare che dovrebbe proteggere dai pericoli esterni, diventa l’incubatrice prediletta dal cinema per manifestare tutte le sfumature del perturbante nonché cassa di risonanza di un tetro mondo interiore.
Un piccolo microcosmo dove si materializzano allucinazioni o terrificanti presenze molto reali. Si nascondono segreti, passioni proibite, alienazioni, punizioni, prigionie.
Inutile soffermarsi sugli innumerevoli film horror di case in cui si consumano le atrocità più inconcepibili. Cantine, soffitte, porte, stanze segrete che nascondono psicopatici, mostruose famigliole, maledizioni o spettri vendicativi. 
Registi come Roman Polanski e Bernardo Bertolucci amano maniacalmente girare le loro storie in spazi chiusi. Godono di quel manipolo visivo claustrofobico e chiaroscurale che indaga l’anima di personaggi chiusi in interni che da reclusori fisici diventano oppressori psichici.
Ricerca introspettiva, rifiuto di una realtà esterna deludente, esplorazioni paranormali, follia in fase crescente, nuove consapevolezze raggiunte per uscire ‘fuori’.
Lo spettatore è portato all'interno di queste case per spiare la vita degli altri a stretto contatto fisico con i personaggi in un viaggio dentro la notte della psiche umana.   
Così entriamo a bassa quota nell’appartamento di Ultimo tango a Parigi in cui due sconosciuti amanti s’incontrano per sfuggire alle loro vite e perdersi in una dimensione separata da una realtà opprimente. Il tentativo di portare questo rapporto all’esterno sarà fatale.

"Ultimo tango a Parigi" (1972) di Bernardo Bertolucci

Sempre a Parigi si trova il labirintico appartamento di The Dreamers scenario di sogni, amori, sofferenze e crescite di tre ragazzi con la rivoluzione sessantottina alle porte fino ad arrivare al confronto di Lorenzo e Olivia nella cantina di Io e te, momentanea alcova atemporale in cui scollegarsi dalla vita esterna per riappacificarsi con il mondo.
Più visionario, occulto e sarcastico, predisposto ad un cinema che scivola volentieri nel sovrannaturale Polanski gioca con la paranoia, l’ossessione, il delirio della mente umana, l’incubo celato nella quotidianità.

"Repulsion" (1965) di Roman Polanski

Costruisce percorsi in luoghi chiusi che sfociano nella follia omicida o suicida come nel film Repulsion in cui la giovane Carol si ritrova a confrontarsi con traumi mai superati in un appartamento che la sua mente trasforma in un terrifico scenario fino ad un sanguinario sfogo. L’apocalisse della mente proseguirà con L’inquilino del terzo piano.
Anche in questo caso un crescente stato di paranoia si consumerà all’interno di un misterioso appartamento contornato da un bizzarro vicinato che sembra trasmettere maleficamente al suo nuovo inquilino tutti i tormenti e le fisime del precedente locatario.
I luoghi assorbono le energie delle persone che vi abitano per poi erogarle ai suoi futuri abitatori.
"La casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso" (Renos K. Papadopoulos)
Tornando in Italia come dimenticare il piccolo appartamento/trappola in cui si barricano Charlotte Rampling e Dirk Bogarde in Il Portiere di notte di Liliana Cavani. L’impossibilità di sopravvivere e riuscire a fingere una ordinaria vita borghese dopo aver vissuto l’orrore, il punto di non ritorno del nazismo nei campi di concentramento.

"Il portiere di notte" (1974) di Liliana Cavani

Il destino fa ritrovare vittima e carnefice che non possono fare a meno, in un meccanismo autodistruttivo, di ricreare il legame passato.
Per Lucia e Max andare 'fuori' significa indossare nuovamente i panni di un tempo e incamminarsi verso l’unica strada possibile.
Un altro straordinario film che rende protagonista una spettrale casa di campagna che alimenterà le nevrosi di un artista in cerca d’ispirazione è Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri. Il celebre pittore Leonardo Ferri è tormentato da inquietanti incubi in cui predomina la sua amante Flavia che incarna un tiranneggiante sistema dell’arte interessato solo al guadagno. I suoi conflitti interiori si amplificheranno quando si trasferirà in una desolata villa veneta in cui si convince che dimori il fantasma della ninfomane Wanda assassinata anni prima da uno dei suoi amanti. Rumori, apparizioni, strani incidenti domestici o suggestioni di un uomo sempre più stretto nella morsa della sua psicopatia.
A chiudersi in interni liberando tutti i deliri della mente non si è necessariamente soli o in coppia ma può capitare anche ad intere famiglie. In Home di Ursula Meier una famiglia vive da anni in mezzo al nulla in una casa a pochi metri da un tratto di autostrada che non è mai stato attivato.

"Home" (2008) di Ursula Meier

Quando improvvisamente  inizieranno a sfrecciare macchine e il traffico diventerà sempre più assordante esploderanno i conflitti e il piccolo nucleo entrerà in crisi, si barricherà in casa fino a costruirsi una vera e propria prigione in cui l’equilibrio mentale sarà messo a dura prova. Il pericolo non sarà più all’esterno ma nascosto all’interno dei personaggi.
Arrivando ai nostri giorni La migliore offerta di Giuseppe Tornatore è un film che racconta di molte reclusioni in interni e fragilità psichiche nascoste dietro oggetti preziosi e illusoria bellezza. La protagonista soffre di agorafobia e vive rintanata nella sua antica villa attirando fatalmente il battitore d’aste Virgil Oldman anch’esso chiuso nel suo mondo, quel bunker in cui contempla estasiato meravigliose donne immortalate dai più grandi artisti di tutti i tempi. Quando l'inespugnabile bunker e tutto quel mondo effimero cadrà il "fuori" per Virgil significherà trovare un nuovo simbolico rifugio in cui attendere.
Nel film Nella casa di Francois Ozon il sedicenne Claude s’insinua nella vita apparentemente perfetta e banale della famiglia Artole rendendola protagonista dei suoi componimenti scritti che tanto colpiscono il suo insegnante di letteratura. Claude si muove all’interno di casa Artole come un ospite inquietante. Spia, complotta, manipola, seduce per avere nuovi spunti creativi da aggiungere ai suoi racconti istigato dal professor Germain che pagherà cara la leggerezza di non riuscire  più a stabilire un confine etico tra realtà e finzione.

"Nella casa" (2012) di François Ozon
Quel frivolo piacere nello scovare il lato perverso nelle vite altrui celato in una confortevole  dimora. Nella casa muta ci sono mille occhi che ci sorvegliano.

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