LA FAVORITA di Yorgos Lanthimos |
Perversi intrighi di
altri tempi
di Maddalena Marinelli
di Maddalena Marinelli
Un
mondo spietato e autolesionistico quello di Lanthimos che continua il suo
percorso verso un cinema teutonico e distopico dove il dolore fisico e psichico
è visione necessaria e la bestialità tra vittime e carnefici è un ciclo in
perpetua ripetizione/evoluzione in spazio, tempo e luogo.
Cinema di distruzioni e ricomposizioni.
Cinema di distruzioni e ricomposizioni.
Con
La Favorita si torna indietro nel tempo; un tuffo in un passato altrettanto
devastante e terrificante come il presente di Il sacrificio del cervo sacro e
il futuro di Lobster.
L’ennesima
‘camera lanthimosiana delle torture’.
Un’altra sciarada sulla perversità dei giochi di potere.
'Homo
homini lupus' è il tormentone del regista greco che questa volta ci conduce nella corte inglese dei primi del Settecento mettendo sotto i riflettori, del suo
raccapricciante ring, tre donne.
Il
Paese è in guerra con la Francia e la corte è divisa in due fazioni: quella che
vorrebbe continuare ad ogni costo l’impresa bellica e quella che vorrebbe interrompere
le ostilità.
Rachel Weisz nel film "La Favorita" |
Al
centro di questo scenario troviamo la regina Anna, una donna assai vulnerabile, afflitta da un perenne stato di sofferenza psicofisica e per questo completamente
soggiogata dalla sua favorita Lady Sara Churchill che detiene il potere
economico e politico del Paese attraverso un lungo e complesso legame fatto di
confidenze, crudeli battibecchi e favori sessuali con sua maestà.
Ad
alterare questo equilibrio arriva a corte la giovane Abigail Masham, un' aristocratica declassata a serva che attraverso l'audacia nel conquistare la
benevolenza di Sarah, mirerà a soffiargli il posto di favorita della regina.
Inizierà uno spietato gioco al massacro tra le due donne, in un susseguirsi di favori, lusinghe, menzogne, intrighi, veleni.
Entrambe hanno degli obiettivi da conseguire.
Entrambe hanno degli obiettivi da conseguire.
Sara
vuole il potere per il conseguimento di un bene comune, seppur scegliendo di continuare con la guerra e di aumentare le tasse.
Abigail è una sopravvissuta, vede il potere come un modo per mettere al sicuro se stessa.
Abigail è una sopravvissuta, vede il potere come un modo per mettere al sicuro se stessa.
"La Favorita" di Yorgos Lanthimos |
Una
forte virilità femminea ipnotizza e sottomette tutti i personaggi maschili.
Incredibilmente
per l’epoca, le donne diventano padrone del proprio destino e delle sorti di un
intero Paese.
In
questa battaglia al femminile gli uomini rimangono sullo sfondo ad
imbellettarsi o a giocare con le anatre, bloccati come burattini in attesa che
qualcuno venga a muovererne i fili.
Il
gentil sesso posto al potere non si comporterà molto diversamente dagli uomini;
ne ricalcherà le stesse empietà aggiungendone di nuove.
Si
consuma un altro rituale sulle miserie morali della nostra società.
Le
nefandezze del passato rimangono nel presente e ritornano nel futuro in un
girone infernale difficile da interrompere.
Lanthimos, lavorando sulla caratterizzazione psicologica, analizza e ricrea l’ingranaggio che sostiene la perversità umana.
La sopravvivenza e le ardue scelte che ne conseguono è l'altro cardine del cinema apocalittico del regista greco.
L'essere umano vuole salvarsi dalla catastrofe in ogni modo ma questo muterà la sua anima conducendolo ad una pericolosa brutalità.
La sopravvivenza e le ardue scelte che ne conseguono è l'altro cardine del cinema apocalittico del regista greco.
L'essere umano vuole salvarsi dalla catastrofe in ogni modo ma questo muterà la sua anima conducendolo ad una pericolosa brutalità.
"Goltzius and the Pelican Company" (2012) di Peter Greenaway |
La
crudeltà della corte, strategie e alleanze che si determinano in camera da
letto, il continuo alternarsi tra sconfitti e vincenti sono tematiche
ricorrenti nell'universo di Peter Greenaway
come in I
misteri del giardino di Compton House, Il bambino di Masoch o meglio ancora in Goltzius and the Pelican Company.
Per Lanthimos meno sofisticherie estetiche e filosofiche ma stesso
palcoscenico dei supplizi con una spiccata teatralizzazione per mettere in ridicolo l’ottusità del
potere politico.
"Dangerous Liaisons" (1988) di Stephen Frears |
Meditando
sulla crudeltà al femminile, sul diabolico intrigo non si può non pensare alla
famigerata Marchesa di Le relazioni pericolose, assoluta maestra nell'arte
della manipolazione.
Un'altra donna che s'impone e, seppur maligna, si ribella alla sottomissione maschile sfruttando il suo talento.
Un'altra donna che s'impone e, seppur maligna, si ribella alla sottomissione maschile sfruttando il suo talento.
Quelli della Marchesa sono tutti
intrecci amorosi dove politica ed economia non c’entravano nulla ma pur sempre rischiosissime trame per chi ne viene coinvolto.
Gelosia, Vanità, Lussuria, Invidia, Crudeltà, Pietà, Vendetta, Ira, dosati con sapienza.
Gelosia, Vanità, Lussuria, Invidia, Crudeltà, Pietà, Vendetta, Ira, dosati con sapienza.
L’incanto
e il disgusto della nobiltà cortigiana, l'ascesa
al potere, l'asservimento, l'inganno, la stoltezza, la perdizione.
Ovviamente la lezione kubrickiana ritorna e Lanthimos guarda con occhio attento a Barry Lyndon riprendendo scelte tecniche come la fotografia strutturata secondo l' utilizzo della luce naturale e l’illuminazione delle candele per le riprese notturne.
Certo in La Favorita ai campi lunghi di Kubrick vengono preferiti primi piani e l’inusuale fish-eye che distorce le immagini donando un tocco metafisico.
"Barry Lyndon" (1975) di Stanley Kubrick |
Ovviamente la lezione kubrickiana ritorna e Lanthimos guarda con occhio attento a Barry Lyndon riprendendo scelte tecniche come la fotografia strutturata secondo l' utilizzo della luce naturale e l’illuminazione delle candele per le riprese notturne.
Certo in La Favorita ai campi lunghi di Kubrick vengono preferiti primi piani e l’inusuale fish-eye che distorce le immagini donando un tocco metafisico.
L'ascesa
e la discesa di Abigail Masham ha molte similitudini con la vicenda di Redmond
Barry. Personaggi empatici, dotati di fortuna ed astuzia che riescono nella
scalata sociale ma allo stesso tempo stolti, condannati a perdere molto
velocemente tutto quello che hanno conquistato.
"Marie Antoinette" (2006) di Sofia Coppola |
Sovrani
annoiati chiusi nelle loro gabbie dorate che giocano con coniglietti,
pecorelle, si ingozzano di dolci e si struggono per trovare un po' di affetto, mentre fuori l’aumento delle tasse incattivisce il popolo che si prepara a terribili
rappresaglie.
Gli
incanti e gli sfarzi della corte di Versailles in Marie Antoinette di Sofia
Coppola è un sogno pop di vestizioni, balli, pranzi e feste interrotto dalla
lama della ghigliottina.
Anche qui una regina viziata e annoiata che nella frivolezza vede la sua unica via d'uscita da un'esistenza, seppur privilegiata, molto insoddisfacente.
Anche qui una regina viziata e annoiata che nella frivolezza vede la sua unica via d'uscita da un'esistenza, seppur privilegiata, molto insoddisfacente.
“Pochi vedono come
siamo, ma tutti vedono quello che fingiamo di essere.”
La
sottomissione a regole e costumi di corte. L’atto drammatico che si consuma tra
feste, sontuosi banchetti e lusso sfrenato.
Il cuoco e maestro di cerimonie Francois Vatel impiega tutto il suo talento per soddisfare il Re Sole in visita alla corte del Principe Condè.
Alla fine di tre giorni massacranti, quando l'ultimo sfavillante banchetto sembra ormai impossibile da allestire a causa di un ritardo della fornitura di pesce, Vatel 'esce di scena', si rende conto di non essere mai stato un artista ma solo un servo a servizio degli assurdi e inutili capricci di una corte persa in stupide vacuità.
"...Le persone in posizione di potere, oggi come allora, rispondono alle loro regole, diverse rispetto al resto del mondo, in questo c'è la dimensione contemporanea del film...". (Y. Lanthimos)
Il grottesco scenario della corte rivela magnifici piaceri che possono trasformarsi nelle più atroci sofferenze.
Lo splendore della decadenza.
Carissima Regina! Come va il regno?
Il cuoco e maestro di cerimonie Francois Vatel impiega tutto il suo talento per soddisfare il Re Sole in visita alla corte del Principe Condè.
Alla fine di tre giorni massacranti, quando l'ultimo sfavillante banchetto sembra ormai impossibile da allestire a causa di un ritardo della fornitura di pesce, Vatel 'esce di scena', si rende conto di non essere mai stato un artista ma solo un servo a servizio degli assurdi e inutili capricci di una corte persa in stupide vacuità.
Emma Stone nel film "La Favorita" |
"...Le persone in posizione di potere, oggi come allora, rispondono alle loro regole, diverse rispetto al resto del mondo, in questo c'è la dimensione contemporanea del film...". (Y. Lanthimos)
Il grottesco scenario della corte rivela magnifici piaceri che possono trasformarsi nelle più atroci sofferenze.
Lo splendore della decadenza.
Carissima Regina! Come va il regno?