domenica 28 novembre 2021

'ANNETTE', di Leos Carax

 

ANNETTE di Leos Carax

La roulette russa dello showbiz
di Maddalena Marinelli

“Qualora vogliate cantare, applaudire, piangere ridere o sbadigliare, siete pregati di farlo solo e unicamente nella vostra testa. Quella che viene richiesta è la vostra completa concentrazione, insieme al più assoluto silenzio”. (incipit del regista Leos Carax)

Henry e Ann si amano tantissimo, nonostante siano molto diversi.
Lei è l'apollineo; una celebre cantante lirica bellissima ed eterea che ogni sera 'salva' il suo pubblico.
Lui è il dionisiaco; un apprezzato stand-up comedian aggressivo e irriverente che ogni sera 'distrugge' i suoi spettatori.
L'elefante e la farfalla diventano la coppia più paparazzata del momento mentre le loro carriere artistiche volano sempre più in alto.

Marion Cotillard e Adam Driver in 'Annette' di Leos Carax

Il tutto trionfa in un matrimonio da cui nasce la piccola Annette, una creaturina molto speciale in cui si rifletterà  un amore genitoriale sbranato dal lato narcisistico e manipolatore di Ann ed Henry che finirà per oscurare e travolgere la fragile famigliola tra odio, tradimenti ed invidie.
L'inquietudine di Henry non sarà più così attraente ma diventerà pericolosa, soprattutto dopo il tracollo della sua carriera artistica.
L’infanzia di Annette sarà brutalizzata da una serie di tragici eventi.
La bimba verrà sballottata come un fantoccio da un palcoscenico all’altro da un padre che, una volta persa per sempre la sua popolarità, vuole sfruttare l’eccezionale talento della figlia.

'Annette' di Leos Carax

Carax padre dedica questo suo sesto lungometraggio alla figlia Nastya e con lei inizia il film, facendo intendere la presenza di un significativo riferimento autobiografico legato alla sua storia famigliare e alla moglie Katia Golubeva che si è tolta la vita nel 2011.
Annette non è solo un musical ma un ensemble di generi: dramma, commedia, noir, miscelati con sapienza e ricercatezza estetica.
Si affronta la crisi artistica e umana sfociando negli attualissimi temi delle molestie sessuali e del femminicidio.
Come in Holy Motors si  gioca tra simulazione e realtà svelando gli ingranaggi del mondo dello spettacolo.
Il cinema ansiogeno e futurista di Carax ci travolge in un turbine di immagini ed emozioni.
Un' esperienza visiva in cui ogni singolo fotogramma racchiude un senso. 
La purezza di un cinema sovversivo e destabilizzante che si spoglia di ogni narrazione convenzionale comunicando attraverso corpi, musica, epifanie, allegorie per descrivere lo stato delle cose presenti e darci alcuni scorci su possibili scenari futuri.
Un mattatoio visivo dove esplodono colori, parole, azioni.
L’urlo di Carax diventa in Annette musical irriverente dove sotto la pioggia non si balla ma si ammazza.
Un acquazzone non basta, ci vuole un diluvio universale.
Metacinema che punta il dito sullo star system tritacarne e sulla gogna mediatica.
Meraviglie ed orrori dell'identificazione con la propria arte.  

Marion Cotillard in "Annette' di Leos Carax

Apoteosi dell’amore che può essere soave e poetico ma anche brutale e osceno, mutando nel tempo in pulsione oscura.
Nella malinconica faccetta di Annette dalle grandi orecchie, si scorge il volto iconico e spaurito di un petit Denis Lavant che immancabilmente attraversa tutta l’opera di Carax in carne e ossa o evocazione.
Nella splendida sequenza finale Annette rivolgendosi al padre dirà: "Non hai più nessuno da amare", gettando le sue catene, emancipandosi dai suoi sciagurati genitori, si rivela nella sua compiutezza allo spettatore come portatrice di verità.
Non la vediamo più attraverso lo sguardo di Ann ed Henry.
Adesso libera dal suo simulacro, potrà scoprire se stessa e l’autenticità del mondo lontano dai rifletttori.