sabato 7 maggio 2022

‘THE NORTHMAN’, di Robert Eggers

 

THE NORTHMAN

L’ orrenda natura umana

di Maddalena Marinelli

Anno Domini 895. Paesi Scandinavi. Epoca Vichinga.

Un mondo brutale ricolmo di riti e superstizioni altrettanto atroci.
Il rapporto con la natura è totalizzante, nel creato si leggono i segni del divino e ci si identifica nella bestia feroce per potenziarsi durante la battaglia.
Predomina l’ossessione, la completa dipendenza al culto per controllare l’incontrollabile. 
Nell'entità divina si concentra tutto il bene e tutto il male.
I guerrieri, invasati da allucinogeni preparati da sciamani, assumono posture ricurve ed emettono versi ed urla lancinanti, mentre straziano con ferocia le carni del nemico.
Un regno di puro orrore. 
Non si tratta solo di uccidere. 
Aggressori, torturatori, carnefici; l’estrema esaltazione della crudeltà.
Il vivere quotidiano è un susseguirsi di guerre, saccheggi, schiavismo, rituali con sacrifici umani.
Il potere del corpo e del sangue nel rito, in battaglia, nella discendenza.
Il corpo più forte tiranneggia, il corpo dello schiavo appartiene ad un padrone, il corpo sacrificato salvifica la comunità.
Attraverso il sangue avviene una trasmissione di forza e di sapere, un' unione indissolubile e una continuità nel tempo

Ethan Hawke in 'The Northman'

<..Una civiltà ricca e complessa, fatta di arte meravigliosa, fusione culturale e religiosa, tecniche evolute, costumi elaborati e codici di onore e giustizia. Ma era anche una cultura di estrema violenza e sottomissione, in cui gli orribili cicli di vendetta non conoscevano fine…>  (R. Eggers)
Gli uomini del Nord trucidano la popolazione dei villaggi, depredano tutti i beni e il bestiame, schiavizzano i bambini e le donne, commettono stupri ed infanticidi secondo le usanze belliche.
La vita del piccolo principe Amleth viene sconvolta da un tradimento: l’uccisione del padre, il re Aurvandill, per mano dello zio Fjölnir.
Amleth fugge lontano giurando a se stesso di vendicare il padre, salvare la madre e uccidere lo zio.
Anni dopo si fa chiamare Úlfur Björn (orso-lupo) ed è diventato un ‘berserkr’ (feroce guerriero scandinavo invasato dallo spirito di Odino) brutale razziatore di villaggi.

Bjork in 'The Northman'

Sarà l’incontro con una veggente slava a ricordargli il suo voto; a risvegliare l’ambita vendetta che lo condurrà, sotto le mentite spoglie di schiavo, nell’accampamento di Fjölnir per compiere il suo destino.
Per questo 'percorso dell'eroe' Eggers trae spunto sia dall’opera di Saxo Grammaticus, sia da quella più celebre di Shakespeare ma insieme allo sceneggiatore Sjón rielabora, stravolge, s’impossessa del personaggio Amleto elaborando un nuovo punto di vista, in cui il senso di vendetta acquisisce fattezze molto più perturbanti.
Così Amleto non ha una mente contorta; Gertrude non è madre e moglie devota; Ofelia non morirà pazza ed annegata; lo zio fratricida non ha tutti i torti.
'The Northman' di Robert Eggers

I personaggi femminili di The Northman sono centrali; cambiano il presente e determinano il futuro.
Donne solo in apparenza sottomesse, muovono i fili della vicenda come le Norne tessono l'arazzo del destino ai piedi di Yggdrasill, l’albero cosmico.
Amleth con la sua vendetta è solo un tramite.
Sarà il suo operato a determinare la stirpe del ‘Re fanciulla’, ovvero il passaggio del potere reale al femmineo.
Un travolgente revenge movie in cui sulla tragedia prevale un’epica che riempie gli occhi di meravigliose epifanie.
Il magico non è mai esplicito ma solo suggerito; forse proiezione di uno stato d’animo; forse autosuggestione.
Questo mistico altrove esiste davvero, oppure è solo nella mente dei protagonisti?
'The Northman' di Robert Eggers

Come nei precedenti  The Witch e The Lighthouse c’è la visione di un mondo arcaico spietato, un inferno terreno senza alcuna speranza, in cui i dannati marciano soli e smarriti nel buio alla ricerca di una luce che può rivelarsi ingannatrice, spingendo ancora di più in fondo al baratro.
La famiglia come in The Witch anche in The Northman è una fossa di serpenti. Sangue del tuo sangue che ferisce, tradisce ed abbandona.
La storia destinata a ripetersi. 
L’ostinata esplorazione di un passato che, in un cerchio senza inizio né fine, può essere considerato un futuro della disumanità. 
Un post apocalittico in cui l’uomo ritorna ad uno stato primordiale in cui il credo religioso, l' incontro con il divino, determina e giustifica ogni azione anche quella più ignobile. 
Un tempo ciclico in cui l'umanità ricalca sempre gli stessi orrori.
Eggers indaga sull’ancestrale, sul magico, sul sacrale.

Nicole Kidman in 'The Northman'

Il suo cinema è evocatore di demoni e streghe, antiche divinità marine, miti norreni.
Un male, di dubbia provenienza, che seduce e corrompe l’uomo.
In The Northman  Eggers realizza il suo personale blockbuster per il grande pubblico mantenendo, quasi intatti, tutti i suoi stilemi e confermando la sua grande personalità registica e autoriale.
Una ricostruzione storica accuratissima.
Si viene trasportati all’interno della visione attraverso carrellate laterali, piani sequenza mozzafiato, come quello dell'assalto al villagio, e primi piani su volti spiritati e corpi martoriati.
< La telecamera in continuo movimento è pensata per essere ipnotica e coinvolgente. Le riprese lunghe e dense, che immergono lo spettatore nella cultura di quell’epoca antica e al contempo raccontano la storia, hanno richiesto un'immensa disciplina e una totale collaborazione.> (R. Eggers)

'The Northman' di Robert Eggers

Come sempre viene data massima importanza alla fotografia che alterna una fredda desaturazione che rende l’immagine immobile, fissa come un’incisione con notturni color argento e un caldo chiaroscuro dalla resa fortemente pittorica.
La musica ti stordisce, ti comprime sulla poltrona è deflagrante con i suoi boati, i canti vichinghi, il lontano richiamo di corni e tamburi,

Alexander Skarsgard  e  Anya Taylor-Joy in 'The Northman'

The Northman è un’esperienza immersiva all’interno di un grande rito iniziatico oscuro e primordiale da assimilare, rigorosamente, nella condivisione della sala per celebrare il ritorno del pubblico al cinema dopo questo lungo e terribile periodo di chiusure e ristrettezze a causa della pandemia.
Ti perdi nella liricità della natura, ne assorbi l'energia e ne subisci la perfidia.
Un viaggio allucinante, sospeso tra le porte di Hel e il Valhalla.