Signor May, lei è unico
di Maddalena Marinelli
Se la vita dei
morti è riposta nel ricordo dei vivi, John May è il perfetto paladino di tale
principio.
Un uomo fuori dal mondo, sospeso all’interno di un’ esistenza che
apparentemente può sembrare grigia e squallida ma che nasconde delle qualità
umane non comuni.
Un funzionario comunale designato a contattare gli eventuali parenti di persone morte in solitudine.
Ispeziona la casa del defunto in cerca degli effetti personali e prova a coinvolgere, spesso inutilmente, quelle poche persone reperite a partecipare alla cerimonia funebre.
John adotta le
persone morte, se ne fa carico emotivamente.
Per lui non sono solo pratiche da
schedare in un archivio.
Fruga nella loro
vita per rintracciare familiari o amici e quando non ci riesce organizza il
funerale, scrive l’elogio funebre ed è presente alla sepoltura o alla
cremazione di ognuno di loro.
Li accompagna, non li lascia soli nell’ultimo
saluto; vuole ridargli quella dignità che in vita non hanno mai avuto.
Questo insolito
ometto va ben oltre le sue mansioni lavorative.
Preserva l’onore dei morti.
Ruba le foto dai fascicoli di tutte quelle persone decedute da sole, senza
nessuno che li ricordi, e le raccoglie con cura in un grande album fotografico
che sfoglia ogni sera nel suo anonimo appartamento per dare un senso, una
storia a ciascun volto estraneo.
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Eddie Marsan nel film 'Still life' |
John è talmente
dentro alla solitudine e alla morte degli altri che ha finito per annientare la
sua vita che compare assolutamente insapore ed estremamente solitaria.
Un uomo
senza passato e senza futuro.
Niente amici, niente amori, niente viaggi, niente
shopping, nessun divertimento, nessun vizio.
Sembra negarsi
addirittura il gusto del cibo, continuando a nutrirsi esclusivamente di pane
tostato e tonno in scatola.
Un giorno viene
licenziato, un altro esempio odierno di quanto conti poco la vita di un uomo e
con quanta superficialità si possa spazzarla via.
In un ultimo
atto di devozione, verso il lavoro a cui ha dedicato tutto se stesso, John non
vuole andarsene lasciando in sospeso il caso di Billy Stoke.
Non ci sarà
l’ennesima triste cerimonia senza nessuno.
Il paladino di tutti quelli che
muoiono da soli parte per l’ultima missione.
Decide che riuscirà in ogni modo a
trovare qualcuno che sia stato legato all’inquieto Billy Stoke, soprattutto una
presunta figlia abbandonata da piccola.
Questa ricerca
si trasformerà in un’inaspettata apertura verso il mondo dei vivi e verso
l’amore.
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'Still life' di Uberto Pasolini |
Pur essendo
molto diversi, avviene una strana identificazione tra John e Billy, oppure è
solo la paura di morire nella solitudine e nell’indifferenza della società a
renderci tutti uguali.
L’irreprensibile John, come posseduto dall’alcolizzato
Stoke, si concederà qualche piccola trasgressione.
Vincitore del premio alla regia nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2013, dal tono gelidamente ovattato e minimale Still
life è tutto racchiuso nel volto tra il buffo e il malinconico dell’attore
protagonista (per la prima volta nella sua carriera) Eddie Marsan che incarna
splendidamente questo contemporaneo antieroe, un po’ fiabesco, che vive
invisibilmente e silenziosamente ma riesce a ritagliarsi un posto speciale nel
mondo.
Un piccolo timido 'alieno' con una particolare missione da svolgere.
Si riflette
molto laicamente sulla morte, sulla pietas, sulle vite che ogni giorno si
spengono nell’ombra ma soprattutto sull’isolamento, sull’importanza dei
contatti umani, sull’annichilimento che ci sovrasta senza mai toccare accenti
davvero tragici ma stemperando in un umorismo nero, anche se l’opera di Umberto
Pasolini sa bene come far leva sull’emotività dello spettatore.
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Eddie Marsan in 'Still life' di Uberto Pasolini |
Come spiega lo
stesso regista molto è stato ricostruito rubando dalla strada, osservando la
vita degli altri ma anche da esperienze personali.
Una sintassi
semplice ispirata allo stile contemplativo di Ozu ma con inquadrature incisive, mirate a cogliere dettagli che immediatamente restituiscono un ricordo,
un’idea, un’emozione, uno stato di abbandono, un gesto d’amore e di speranza.