'Solo gli amanti sopravvivono' (2013) di Jim Jarmusch |
Vampiri dalla morte all’amore
“Amor ogni cosa vince”
(Leonardo
da Vinci, Codice Atlantico, 1478-1518)
Adam
vive a Detroit segregato in una casa/bara stracolma di ricordi, oggetti e una
collezione di strumenti a corda.
Eve vive a Tangeri sepolta viva da caterve di
preziosi libri antichi; unica compagnia che può concedersi oltre a quella del
suo anziano maestro Marlowe, ovvero il
reale autore di molte opere shakespeariane.
Adam
ed Eve sono angeli caduti, scacciati da qualche sorta di paradiso.
Una
coppia di vampiri radical chic/punk nostalgico, fisicamente lontani ma uniti spiritualmente
da un indissolubile amore.
Sopravvissuti
che si aggirano in un luogo desertico, già immersi in un regno post-apocalittico.
Testimoni
privilegiati del decadimento del mondo e dell’uomo contemporaneo. Spettatori di
tutti i primordi e gli epiloghi che si sono susseguiti nella storia
dell’umanità.
Non
sono feroci predatori notturni.
Si sfamano con sacche di purissimo
sangue aquistate in laboratori ospedalieri.
Una vera prelibatezza psichedelica.
Tilda Swinton in 'Only lovers left alive' |
Vivono
pacificamente, cercando di non farsi contaminare dalle brutture estetiche,
fisiche e immorali per mantenere pura la loro sete di sapienza.
In
questo presente, in cui la vitalità umana si sta spegnendo, chiamano gli uomini
‘zombie’ e preferiscono vivere ai margini della società, nutrendosi di arte come
ultimi estimatori e depositari del sapere umano.
Depressi
e lamentosi (ma con stile), per l’imminente ondata dell’ennesimo buio
medioevale , decidono di ricongiungersi carnalmente.
Preoccupa
la tendenza suicida di Adam che si è fatto coniare una meravigliosa pallottola
di legno per infliggersi la vera morte, stanco di assistere a cotanto
insopportabile sfacelo culturale.
Eve
possiede un’indole meno disfattista.
Riesce a cogliere, nonostante tutto, la
straordinarietà dell'esistenza e suggerisce di appagare lo spirito e il lento passare
dell’eternità con tutto ciò che rimane di bello dimenticato dall’uomo: l’arte,
la natura, l’amore.
Tom Hiddleston in 'Only lovers left alive' |
Solo
chi è in grado di amare rimane vivo.
Chi riesce a mantenere acceso dentro di sé
il fuoco della vera passione per un legame sentimentale, per ogni forma d’arte
e il rispetto per il mondo che abita.
L’amore
celebrato dai non-morti.
Un inno alla capacità creativa dell’uomo, purtroppo, sempre minacciata da quella distruttiva.
Ovviamente il film fornisce una mappatura di
tutte le passioni di Jim Jarmusch, in primis la musica regalandoci tappeti sonori pregiati e poi le chitarre
vintage, le teorie scientifiche, la letteratura.
Orgoglio
analogico con vinili e monitor a tubo catodico per l’anacronistico Adam contro
un modernissimo iPhone per il gusto più minimale e contemporaneo di Eve.
Dopo
il noir, il western, il road-movie, il gangster-movie Jarmusch prosegue la sua rielaborazione
dei generi cinematografici con un horror/melò che diventa un pamphlet
filosofico/visivo sullo stato di crisi della società odierna.
'Only lovers left alive' (2013) di Jim Jarmusch |
Dimenticatevi
di tutte le problematiche ed iperattività vampiriche a cui il cinema e i serial
tv dedicati ai non-morti ci avevano abiutati negli ultimi anni.
I
vampiri esistenzialisti di Jarmusch filosofeggiano per tutto il giorno sulle
disfatte umane, sugli scienziati incompresi, sulla purezza del suono di una
parola, sulla illogica ubicazione di un funghetto come nefasto presagio di un
ordine del creato ormai annientato.
“Hanno già cominciato
la guerra per l’acqua?”
Spietate
ma allo stesso tempo fragili creature che ricordano l’algida sensualità di David
Bowie e Catherine Deneuve in Miriam si
sveglia a mezzanotte di Tony Scott.
Un
ritorno al vampirismo ascetico, metafora
di altri mali della società come in The
Addiction di Abel Ferrara.
Only lovers left alive
è un oggetto filmico bello e sofistico col suo esasperato estetismo dai dorati
riflessi bizantini.
La flemmatica camera
fissa di Jarmusch si sofferma senza fretta su ogni pieno e vuoto. Le
inquadrature dall’alto immortalano i due protagonisti come se si trovassero
all’interno di una magnifica scatola lynchiana e il regista fosse il loro perverso carceriere.
'Only lovers left alive' (2013) di Jim Jarmusch |
Detroit
come emblema di una produzione industriale dissipata.
L’esotica
aura decadente di Tangeri, dove ancora rifugiarsi, in cui sognava la Beat
Generation. Ambita destinazione di molti letterati da Tennessee Williams a
Truman Capote e dei rockers degli anni Sessanta.
Compaiono
tristemente i templi della cultura ormai
in rovina.
Il diroccato Michigan Theater
che da sala per concerti e cinema da 4000 posti si è trasformato in un posteggio
per auto.
Adam
ed Eve come divi sfatti e consumati legati al filo rosso del degradamento con
le frivole starlets di The Canyons anch’esse sul baratro del
vuoto esistenziale insieme alle disperate e spregevoli celebrità hollywoodiane
dai nervi a pezzi in Maps to the Stars.
Il
cinema alleva i suoi idoli e poi li distrugge.
Atti d’accusa, ritratti
dissacranti di una Hollywood mummificata, orrifica ormai in frantumi.
Ancora
una riflessione sul sogno americano disilluso.
Il declino dell’impero
capitalista che paga il suo misfatto.
Perché morire insieme a tutto questo?
Tilda Swinton e Tom Hiddleston in 'Only lovers left alive' |
Alla
fine dopo tanta gentilezza e buoni propositi arriva ‘l’azzanno’ anche se non
visto. Gli amanti sopravvivono dissanguando altri amanti in un'unica e ultima
necessaria azione lasciata sospesa fuori campo ad iniziare un’altra storia
possibile.
Excuse moi..
però di solo amore non si campa.
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