Dieci film italiani dedicati al buio nella mente
di Maddalena Marinelli
Folgorante
metafora distruttiva della colonna portante famiglia alle soglie dei moti
sessantottini. Il prima della rivoluzione, quell’aria che si respira tra il
vecchio e il nuovo, tra stasi e cambiamento. Tessiture shakespeariane, tipica
ferocia parricida proveniente dalla mitologia greca. L’ambizioso e folle
progetto omicida di Alessandro per fuggire dai legami che lo reprimono. Sarà in
grado di gestire questa libertà senza nessun rimorso nei confronti dei sacrifici
di sangue che ne sono stati il prezzo?
PARTNER (1968) di Bernardo Bertolucci
L’esplosione del doppio. Quando un giovane intellettuale si dimostra incapace di prendere decisioni la sua mente partorisce un sosia che agisce senza remore. L’intrepido gemello realizza i desideri nascosti del timido Giacobbe. L’opera più criptica, stonata e intima di Bertolucci in cui prevale l’ombra. Decostruito, improvvisato e girato in presa diretta. ‘E’ VIETATO VIETARE E’PROIBITO PROIBIRE’, durante le riprese di Partner esplode il Maggio Francese.
L’esplosione del doppio. Quando un giovane intellettuale si dimostra incapace di prendere decisioni la sua mente partorisce un sosia che agisce senza remore. L’intrepido gemello realizza i desideri nascosti del timido Giacobbe. L’opera più criptica, stonata e intima di Bertolucci in cui prevale l’ombra. Decostruito, improvvisato e girato in presa diretta. ‘E’ VIETATO VIETARE E’PROIBITO PROIBIRE’, durante le riprese di Partner esplode il Maggio Francese.
L’incontro tra
una ragazza misteriosa e fragile con un uomo di mezza età avverso ai legami
duraturi. L’amore sembra illusoriamente più forte dell’amara realtà in cui
Nicole soffre di disturbi mentali imprevedibili che generano violente crisi e
Dino si illude di riuscire a sacrificarsi per amore, di poter restare accanto
alla ragazza nonostante tutto. Laconico, malinconico, amaro fallimento
dell’amore.
Due sorelle,
l’una carceriera dell’altra. Un impenetrabile e morboso microcosmo femminile. I
ruoli di madre e figlia, amanti, coppia, insegnante e allieva, si concentrano unicamente
in due donne mentre ‘fuori’ il genere maschile è visto come minaccia fino a
concepire, nei suoi confronti, un vero e proprio atto di sterminio quando un
uomo proverà ad interporsi entrando in questo bozzolo alienante.
In un
manicomio, fuori dal mondo reale, scorre
la vita tra regole e trasgressioni. I rinchiusi, oltre ai malati, finiscono per
essere anche gli stessi medici che nel contatto quotidiano con la follia
iniziano a non distinguere più quella linea di separazione. Il dottor
Bonaccorsi cerca rifugio nell’improbabile tesi sull’esistenza del microbo della
follia che viene completamente smentita da una giovane dottoressa, l’unica a
rendersi conto delle tante ‘anomalie’ condivise normalmente tra malati e
medici. Quando Bonaccorsi oppresso sprofonderà nella crisi e deciderà di
abbandonare l’ospedale scoprirà che non c’è via d’uscita quando la follia
diventa status sociale e politico. La regia sofisticata di Bolognini
tinteggiata di eros.
Thriller soprannaturale
che sfocia nell’horror. Esperimento tra cinema, performance, documentario. Una
critica rivolta alla figura dell’intellettuale. Il ritratto della psicosi di un
artista rivoluzionario nel suo atto creativo ma imprigionato nel sistema economico
dell’arte. Così prendono vita apparizioni e desiderio omicida nei confronti
della sua compagna, simbolo di quel sistema artistico che tanto l’opprime e che
ha spento la sua ispirazione artistica. Protagonista una misteriosa e
labirintica villa veneta che ammalia l’artista amplificandone le nevrosi con i
suoi segreti e le sue particolari stanze.
Uno scambio
d’identità, una riflessione sul potere e la politica. La riscoperta di un
valore etico delle parole. Un uomo uscito da una clinica psichiatrica prende il
posto del fratello gemello leader di un partito politico. Mentre Enrico
schiacciato dai doveri fugge dalla sua maschera per ritrovare se stesso, Ernani
come un baldanzoso attore di riserva recita a soggetto e nella sua
imprevedibilità riesce a conquistare la gente perchè non ha nessun fine, nessun
accordo, nessuna mira politica, nessun doppio gioco o strategia da seguire.
Nicola ha
vissuto fin da bambino nel manicomio di Santa Maria della Pietà non si sa bene per quale motivo, forse solo a
causa di una famiglia assente. Matto solo perché non ha speranza di essere
qualcos’altro. La sua voce-off diventa portatrice di evocazioni, piccoli
racconti, drammi, quotidianità che rivelano tracce di vita vissuta dentro
l’alienazione tratte da testimonianze raccolte dallo stesso Ascanio Celestini. Nella
testa di Nicola avviene uno straordinario montaggio/cortocircuito tra ricordi,
realtà e fantasie incompatibile con un ‘normale’ vivere presente ma che lo
consacra geniale narratore.
"Venezia è una vecchia signora dall'alito
cattivo"
dice Fabio Stolz al nipote appena arrivato in città per studiare pittura.
Attraverso gli occhi ingenui di questo ragazzino di provincia Risi cala lo
spettatore all’interno di una decadente e malsana vita di coppia chiusa a
macerare tra le fredde mura di un antico palazzo fatto di scale che conducono
verso stanze segrete dove tutto è permesso. Giovinezza e vecchiaia, purezza e
perversione, verità e finzione. Un Dino
Risi in veste gotica. Un film sulla perdita dell’innocenza, sul rifiuto
dell’inesorabile tempo che passa.
Grazia è una
donna che non riesce a stare al suo posto, come la Mabel di Cassavetes è una
mina vagante. Moglie innamorata e passionale, madre dolcissima di tre figli non
si vuole sottomettere al conformismo dei suoi conterranei. Sembra divampare in
lei un fuoco incontenibile, una forza primordiale e selvaggia come l’acqua, la
roccia, la natura che la circonda. Ma cos’è davvero Grazia? Tutti la
considerano una pazza e vorrebbero estirparle questa imbarazzante e
incomprensibile anomalia ma lei non vuole
farsi domare e svanirà per infine riapparire a tutti nella sua vera essenza,
forse finalmente compresa.
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