giovedì 15 agosto 2024

‘BABY REINDEER’, di Richard Gadd

                                                               SPOILER                                        

BABY REINDEER visibile su Netflix

Nella profonda tana della piccola renna
di Maddalena Marinelli

Donny e Martha.
Vittima e carnefice o due facce della stessa medaglia?
Di solito si empatizza con la vittima ma capita di provare a capire il punto di vista del carnefice, probabilmente perché nella sfera emotiva di ognuno di noi coesistono luci e ombre.
A tutti un giorno può accadere qualcosa di terribile che può trascinarci in un abisso, oscurando la nostra luce, cercando solo distruzione o autodistruzione.
Quando il male non viene elaborato si amplifica e pretende altro male,
Un trauma non metabolizzato, rimasto irrisolto è come una ferita aperta che attira altri ‘segnati’, esponendoci a ulteriori abusi.
Questo è quello che accade all'aspirante comico Donny quando conosce l'avvocatessa disoccupata Martha.
Donny permetterà a Martha di leccare la sua ferita infettandola ancora di più.
La donna svilupperà un’ ossessione per il ragazzo, perseguitandolo con centinaia di email, appostamenti, imponendogli la sua presenza ovunque fino ai soprusi fisici e psicologici, rivolti non solo a lui ma anche a tutta la sua cerchia di amici e parenti.
Martha quindi è decisamente spregevole ma allo stesso tempo fragile e questa fragilità, mescolata alle continue adulazioni, inducono Donny a tollerare questa stalker, decidendo di non prendere tempestivi provvedimenti.

Richard Gadd e Jessica Gunning in 'Baby Reindeer'

Le attenzioni di Martha, seppur malate, lo attirano morbosamente in un continuo alternarsi tra il desiderio di assecondare e la consapevolezza di bloccare questa follia che, inevitabilmente, degenererà in un grave pericolo.
Perché preoccuparsi di non ferire Martha? Perché accettare la sua richiesta di amicizia su FB? Perché non denunciarla subito alla polizia?
Scopriamo che nel passato di Donny è celato un trauma.
Darrien, un famoso sceneggiatore, lo aveva avvicinato durante il Festival di Edimburgo e con il pretesto di una possibile collaborazione ad uno show televisivo, aveva abusato di lui durante i blackout indotti da continue assunzioni di droghe, che avevano lo scopo di stordire e far perdere i sensi al ragazzo per renderlo inerme e offuscargli la memoria.
Donny non solo non era riuscito a denunciare l’accaduto ma per diversi mesi aveva continuato a subire tali soprusi consciamente.
Tutto questo lo aveva distrutto, provocando una perdita d’identità e di autostima. 
Vergogna, rabbia, problemi relazionali. Ormai odiava se stesso.
Non affrontando l’accaduto con un’adeguata terapia e con una denuncia, che avrebbe potuto portare ad una giusta pena detentiva il suo aggressore, Donny lascerà una pericolosa porta aperta su un baratro.
Martha entrerà da questa porta, scaverà in questa voragine con caparbietà, bombarbando sulle rimanenti macerie.
Adesso come salvarsi?
L’ aspirante stand up comedian decide di raccontare tutto sul palco, processando gli abusi subiti attraverso una catarsi artistica.
Parallelamente Martha subirà un processo e una condanna detentiva.
Tutto questo può bastare ad aggiustare le cose in Donny?
Bisognerà imparare a convivere con le ombre e a non farsi sopraffare da loro.

Richard Gadd in 'Baby Reindeer'

Questa è una storia vera.
L'autore nonchè attore protagonista Richard Gadd ha vissuto realmente tutto quello che viene riportato nella miniserie Baby Reindeer che inizialmente nasce come opera teatrale; l'omonimo one man show di Gadd risalente a qualche anno fa.
Puntata dopo puntata Baby Reindeer scuote l’animo, è disturbante, fa male.
Affronta in maniera cruda e autentica tematiche molto forti e complesse da analizzare, come il rapporto tra vittima e carnefice e la vulnerabilità,  a cui siamo esposti, dopo aver subito un trauma psicologico lasciato in un limbo insoluto.
Una serie allo stesso tempo drammatica e sarcastica che si basa su una magnifica scrittura e sull’intensità delle interpretazioni di Richard Gadd e soprattutto quella di Jessica Gunning che evoca memorabili ammiratrici psicopatiche come la Annie Wilkes di Misery non deve morire e la Marsha di Re per una notte.
Martha è una stalker recidiva, una donna che si porta dentro  tanta sofferenza e una solitudine a cui è condannata a vita, a causa della sua psicopatia.
Vuole essere importante per qualcuno, altrimenti per lei è come non esistere. La sua è una ricerca ossessiva di una persona speciale da divorare.

Jessica Gunning in 'Baby Reindeer'

Donny è la preda perfetta, poiché ancora devastato da un precedente abuso e Martha ha la capacità di intuirlo subito: ‘ Qualcuno in passato ti ha fatto del male. Chi è stato? Dimmelo piccola renna!’
Una persecuzione che non lascerà scampo ma, allo stesso tempo, pare che Donny non ne possa fare a meno.
Elogiata dal maestro del terrore Stephen King la serie Baby Reindeer riesce a scatenare nello spettatore un’ emozione ormai quasi sconosciuta, dimenticata nel nostro vivere quotidiano: l'empatia.
Empatia per Donny e, incredibilmente, anche per Martha perchè ci si specchia in entrambi.
Un’autoanalisi, un utilizzo dell’arte come terapia, una sovrapposizione tra finzione e realtà.
Il reale personale trauma di Richard Gadd.
La finzione, ovvero, la trasposizione di tali fatti nella serie Baby Reindeer.
Il circo mediatico; la risposta morbosa del pubblico attraverso la realtà virtuale, in cui è partita una caccia per scoprire chi poteva corrispondere nella vita reale a Martha e Darrier, per poi stalkerizzare e insultare i presunti colpevoli individuati inducendoli a denunciare Richard Gadd.
Così l'importanza e la profondità delle tematiche trattate dalla serie vengono annientate. L'esortazione a tutte le vittime di denunciare gli abusi subiti viene vanificata a causa di tali stoltezze.
Come ci dimostra Gadd, nel finale di Baby Reindeer, tutti possiamo avere ruoli intercambiabili.